Le mille Emily

mostra di collage di Angela Caporaso
- omaggio a Emily Dickinson -


Accostamenti tormentosi quelli della Caporaso
-di Angela- .
Dono intimo, semplice, amato,
canto di carta e colore,
diagramma fascinoso, ibrido, sensuale,
disilluso di qualunque congettura,
delicata autopsia mitologica
del terribile poeta Emily Dickinson.
Chi è Emily Dickinson?
-"Io non sono nessuno. E tu chi sei?"-

Chi era questa donna di Amherst. Bocca ironica.
Occhi ridenti. Intelligente fino alla cattiveria.
Morsa da passioni imperdonabili.
Insopportabile. Indimenticabile.
Capace di sfregiare con versi appuntiti
tutta l'angoscia e la depressione
del nostro tempo con cento anni d'anticipo.
Pazza, Vergine, Reclusa, Inquietante,
Sola, Omosessuale...

Higginson, il suo maestro virtuale,
dopo la prima volta che l'ha incontrata
(due in tutto) ha detto:
"Non ho mai conosciuto nessuno che mi
prosciugasse tanta energia nervosa.
Senza che la toccassi me la sottraeva.
Sono felice di non viverle accanto".
La verità è che chiunque voglia rivestire
Emily solo della propria
percezione è uno stolto.

Emily è un'infinita architettura di
incastri dove l'ultimo sublime
contenitore è se stessa.
E Angela Caporaso non ha inteso nel modo
più assoluto circoscrivere
la sublime assurdità Dickinson.
L'impatto della Caporaso è connaturato
all'esperienza, al bisogno di contaminarsi
con uno spirito affine senza
capire quel bisogno se
non dopo la contaminazione stessa.

Come Emily, Angela è un laboratorio
di suggerimenti, di paradossi, e opera una
raffinata anatomia selettiva della realtà
cruda allo stesso modo di un bambino,
cioè in un modo deliziosamente incompleto:
non è la completezza di fine millennio che necessita
- non è importante -
ma è il movimento stesso stesso del partire.

Angela si muove:
Tra miti, gambe, consumistiche etichette
e anoressici steli con corolle di bocche e di occhi.
Straccia - ritaglia - dallo spazio
tutto ciò che (non) è assenza.
I Pannelli della Caporaso possiedono
una Geometria Sensuale
sfigurata da monconi d'infanzia
distribuiti secondo un ordine noto a
lei solamente, come è giusto che sia.

Questi sfregi esaltano paradossalmente
lo spazio inutilizzato - vuoto o ghirigoreggiato -
che induce la fantasia ad altre forme.
Insomma si ha la sensazione di perdersi
e ritrovarsi mille volte
fino a quando non si sceglie - naturalmente -
un solo percorso da seguire,
quello che sceglie la nostra sensibilità,
quello che sentiamo più vicino a noi. Cioè

il Foglio di Angela è una Casa
e come una casa può essere naturalmente familiare,
naturalmente ostile, indifferente, brutta,
sporca, elegante, che odora di cucina
o di mamma e papà. Che odora di sensi.
Simmetricamente, invece, lo spazio utilizzato
scompare/appare, si svuota/satura,
come caos ordinato di presenze/assenze
dove la mano - sempre presente -
raccoglie il "mare su uno stelo"
fatto di sensi/spirito.

E' un luogo popolato da moltitudini e
molticose
sole e frastornate,
vergini o recluse
(così forse, direbbe "uno del mestiere"...).
Marylin. Il Cuore. Lo stelo. Mura Rosse. L'Ape Maia.
La meraviglia inevitabile di chi sa
di non essere compreso.
Il pensiero di chi resta
su una sedia a chiedersi un mai...

In ogni coordinata di questo luogo insondabile,
inappartenibile, a depositarsi giunge infine il tempo
(la contemporaneità, apparentemente estranea),
angoscia conscia dei nostri anni
- che non è tanto lontana ma -
rintracciabile alla "latitudine di casa"
o dentro il quadrato di un televisore.
In un luogo circoscritto
si può contenere una immensa estensione,
come l'anima con la sua ombra lunga al tramonto,
"ammessa alla presenza di se stessa".
Perchè l'Assenza non richiede
l'assedio della concretezza
per manifestarsi: Angela questo lo sa.

Luigi Romolo Carrino


Acqua Storta

romanzo dal sapore genettiano di Luigi Romolo Carrino edito da Meridiano Zero

Soya Camel/Angela Caporaso su Second Life con il romanzo di Carrino

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